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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

ANTROPOLOGIA

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  LE GRANDI FAMIGLIE RELIGIOSE  Con l'espressione "famiglia religiosa"si indica un insieme di persone che aderiscono ad un'ideologia. Le principali famiglie religiose sono la famiglia indiana, quella cinese e quella semitica. LA FAMIGLIA INDIANA Le due principali religioni della famiglia indiana sono l'induismo e il buddismo; i testi sacri sono i veda, che risalgono al II millennio aC e sono redatti in sansrito. Le divinità principali sono Brahma, la creazione, Vishnu, la conservazione,  e Shiva, la distruzione. Il profeta del buddismo è Siddhartha Gautama, il Buddha.  Altre religioni della famiglia indiana sono il nanismo e il sikismo, un unione di induismo ed islam.  IL SAMASARA, IL CICLO INIFNITO Il termine sanscrito  saṃsāra  indica, nelle religioni dell'India quali il Brahmanesimo, il Buddhismo, il Giainismo e l'Induismo, la dottrina inerente al ciclo di vita, morte e rinascita. È talora raffigurato come una ruota. In senso lato e in un significato pi

SOCIOLOGIA Welfer State

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   LA STORIA DEL WELFERE STATE Le prime leggi sulla previdenza e assistenza pubblica furono promulgate in Germania, tra il 1883 e il 1889 da  Otto Bismark , il capo del governo. Con queste egli istituì delle assicurazioni sociali obbligatorie: delle somme di denaro che i lavoratori e gli imprenditori dovevano periodicamente versare allo stato, i caso si verificassero infortuni o casi di disoccupazione. Questo permise di avvicinare lo Stato alle persone che lo componevano.  Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, questo ragionamento si estese anche in altri ambiti: vi fu l'introduzione , da parte dello Stato, di prestazioni a stampo universalistico, cioè rivolta a tutta la popolazione. Ciò avvenne per la prima volta in Inghilterra, paese a cui si associa tradizionalmente la nascita del Welfere State, con la pubblicazione de l Rapporto Beveridge  (1942),   da parte dell'omonimo economista. Questo rapporto trovò attuazione concreta a partire dal 1948, con la creazione del

PEDAGOGIA Maria Montessor

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  LA PEDAGOGIA DI MARIA MONTESSORI   Maria Montessori (1870-1952) fu una delle pedagogiste più influente della modernità. Ella fondò diverse scuole, come La Casa dei bambini, di cui raccontò nei suoi vari saggi. In questi luoghi venne creato un ambiente a misura del bambino e l'insegnate non aveva un compito direttivo, ma di consiglio. Anche il materiale didattico era particolare: gli oggetti servivano per sviluppare le capacità logiche e creative individuali; parallelamente alla scoperta singola dei vari materiali, venivano proposte attività individuali.  Tra gli anni Venti e Quaranta, la Montessori andò a rielaborare alcune parti della sua opera per incrementarle con le nuove scoperte psicoanalitiche: condivideva con Freud l'ipotesi dell'importanza del subconsci. Ella, nel suo saggio   La mente del bambino. Mente assorbente,  definisce la mente del bambino come in continua evoluzione e capace di assorbire nozioni anche a livello inconscio, attraverso l'esperienza dire

PEDAGOGIA Clapared

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  LA PEDAGOGIA DI CLAPAREDE Accanto all'opera di Dewey, assunse un ruolo molto importante l'Institut Jean-Jacques Rousseau, fondato a Ginevra, da  Claparede.  Era un centro di ricerca, che svolse un importante ruolo di innovazione a livello dell'organizzazione pedagogica. Già nei suoi saggi pedagogici (Psicologia del fanciullo e pedagogia sperimentale), il pedagogista esprime la sua teoria, secondo la quale per garantire una buona educazione era necessario che gli insegnati fossero ben preparati, e che si avvalessero di uno spirito scientifico.  Lo studioso invita perciò i maestri a studiare gli allievi e l'ambiente nel quale vivono per essere in grado di individuare le potenzialità intellettive di ognuno.  Questi principi furono tradotti in un modello scolastico, descritto nel saggio pedagogico La scuola su misura . Il caposaldo di questo modello è la scuola individualizzata, ovvero adattata alle capacità personali dei fanciulli, proponendo classi mobili, classi parall

PEDAGOGIA Dewey

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  DEWEY: ESPERIENZA ED EDUCAZIONE Nel volume, Dewey  Esperienza ed educazione  ripensa la funzione della logica come teoria dell’indagine, che viene richiamata al centro della pedagogia progressiva. Essa deve essere valorizzata nell'aspetto cognitivo.   Dal rapporto tra continuità e interazione emerge il significato educativo di una esperienza. Si deve esercitare un controllo sociale attraverso il lavoro e la vita di comunità, in modo che venga potenziata l’esperienza nella scuola e portata a compimento nel suo valore collettivo.  L’esperienza si fa criterio guida dell’educazione affrontata col metodo dell’indagine come curricolo organizzato secondo un modello di pedagogia progressiva. Un punto che l'autore tocca all'interno dell'opera è quale differenza ci sia tra una persona selvaggia e civilizzata: secondo l'autore la differenza sta nel fatto che una persona civilizzata è in grado di comprendere il suo passato  di trarre degli insegnamenti da esso. Infatti, noi v

GIOVANNI GENTILE

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  GIOVANNI GENITLE: VITA Giovanni Gentile nasce a Castelvetrano, in provincia di Trapani, il 29 maggio 1875. Studente estremamente capace, dopo il liceo riesce ad entrare alla Scuola normale superiore di Pisa, dove ha i primi contatti con il pensiero hegeliano e con Benedetto Croce, con cui nasce un’amicizia duratura.   La laurea conseguita nel 1897 segna l’inizio di una brillante carriera universitaria che lo porta a ricoprire il ruolo di docente di Filosofia in diverse importanti università italiane. L’inizio del nuovo secolo segna un periodo di grande impegno e grandi realizzazioni per Gentile, che comincia ad imporsi come intellettuale di rilievo nel panorama italiano anche attraverso la collaborazione con l’amico Benedetto Croce, insieme al quale dà vita alla rivista La Critica, in cui si occupa di storia della filosofia. Gli anni ’10 segnano un periodo di svolta nella vita del filosofo: la pubblicazione di L’atto del pensiero come atto puro (1912) e de La teoria generale dello Sp

IL LINGUAGGIO

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  IL LINGUAGGIO Abbiamo parlato dell'importanza di un codice comune di comunicazione; un esempio concreto potrebbe essere la lingua parlata, o più in generale il linguaggio: il linguaggio è la capacità generale dell'uomo di esprimersi attraverso gesti  e segni fonetici, in modo tale da tramettere ai propri simili significati anche molto complessi. Esso è l'applicazione concreta di un codice, con lo scopo di comunicare. Nonostante questo, il linguaggio non è mai un carattere naturale dell'essere umano, ma una convenzione sociale, ovvero l'istituzionalizzazione di norme sociali: deve essere appreso e non è innato. Come aveva espresso Emile Durkheim, il linguaggio è una tipica istituzione sociale, e per questo appare esterna e coercitiva rispetto alla volontà e ai desideri umani.  DIVERSI TIPI DI COMUNICAZIONE: LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Oltre alla comunicazione verbale, esiste anche la comunicazione non verbale, che non permette però di raggiungere lo stesso grado d

SOCIOLOGIA

  INTERNET Il più recente media inventato è sicuramente internet: una rete formata da un'interconnessione di decine di migliaia di reti telematiche locali, ovvero un insieme di computer che funzionano a distanza. Una delle sue caratteristiche principali è che non possiede un centro di sistema: non c'è un emittente che decide cosa proporre alle persone; infatti ogni persona che riceve informazioni da internet, può anche immetterle.  Uno delle basi cui adopera internet è il web. Originariamente infatti, questo non esisteva, e chi utilizzava internet doveva avere delle competenze informatiche specifiche: fu però un fisico ricercatore del Cern di Ginevra,  Berners-Lee  a semplificare i suoi processi di funzionamento. Egli dispose una serie di file consultabili contemporaneamente da vari utenti e capaci di trasmettere disegni, foto, figure, diagrammi. Tra il 1989 e il 1992, insieme ad una rete di informatici, egli elaborò un sistema informatico capace di mantenere i file perennement

ARTI TRIBALI Antropologia

  LE ARTI TRIBALI Una forma d'arte che mosse molte domande da parte degli antropologi fu l'arte africana. Particolarmente interessanti sono le arti dei Kalabari, che molti antropologi, tra cui Robin Horton, hanno studiato: secondo loro, le costruzioni artistiche rappresentava un tentativo delle persone di contenere gli spiriti maligni. Infatti non avevano alcun scopo estetico, ma protetto: dovevano infatti presentare il nome dello spirito imprigionato.  Un altro esempio può ritrovarsi presso le popolazioni Yoruba della Nigeria, venivano spesso create delle maschere, le egungun e le gelide: le prime di carattere sacro, le seconde di carattere profano. ANTROPOLOGIA Un caso ancora più interessante è quello della Nuova Guinea, presso gli Abelem, i quali sono soliti a commerciare tale dipinte, da appendere nelle caverne dove abitano, come rito di iniziazione. Secondo l'antropologo Antony Forge, queste talìvole dovevano avere funzione magica di protezione della caverna o delle te

ANTROPOLOGIA

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CREATIVITA' E CULTURA L'essere umano ha la capacità e la necessità di creare sempre nuove forme culturali: è un essere estremamente creativo. Una delle maggiori espressioni della creatività sono la festa e il rito. La differenza maggiore tra rito e festa è che il primo ha un'organizzazione specifica, mentre la festa può essere anche personale, e non di matrice religiosa. Infatti, tra i due, la festa è l'atto maggiormente creativo e più comunitari, in cui molte persone si trovano a celebrare uno stesso avvenimento (definizione dell'antropologo Turner). Infatti, altri studiosi hanno individuato la funzione della festa proprio come creante di comunità; altri invece la considerano una descrizione sociale. L'ARTE, LE ARTI E L'ESPRESSIONE ESTETICA Una delle forme in cui meglio riconosciamo la creatività umana è l'arte. L'arte rientra in quei concetti che l'antropologo Clifford Geertz ha chiamato vicini all'esperienza, ovvero che all'interno di

SOCIOLOGIA

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  A COSA PUO' PORTARE L'UTILIZZO DEI MEDIA? Con l'avvento dei meda, molti studiosi iniziarono a domandarsi su quali effetti il viluppo di quest'ultimi potesse avere. Uno dei fattori che fu individuato per primo fu la capacità di manipolare le persone: con studi successivi venne però pacificato che questo può accadere solo in relazione a come il messaggio viene mandato e da come la società reagisce ad esso. Alla luce di questi ragionamenti, l'attenzione venne spostata da cosa i media possano fare al pubblico, a casa il pubblico potrebbe fare dei media. Infatti, è stato osservato che è dipende da come il pubblico rielabora un messaggio, se questo sorbirà effetti a lungo termine. Al momenti, due fenomeni dati dall'utilizzo dei media, che sono stati notati sono: l'omogeniazione culturale e la modificazione dell'esperienza personale. SOCIALIZZAZIONE E INTEGRAZIONE SOCIALE Il principle effetto riscontrato dall'utilizzo dei media, è l'omogenizzazione de